sabato 31 ottobre 2015

In un mondo di cannibali...

Sono già passate sei settimane dall'ultima volta che ho aggiornato questo blog? Sembra quasi incredibile. Il tempo passa a volte così velocemente, tra mille impegni e mille scadenze da rispettare, che quasi Obsploitation mi sfugge dalle mani. 
Per fortuna, di tanto in tanto saltano fuori alcune iniziative interessanti che mi permettono di mettere una pezza a tutte le mie magagne. E questa volta una pezza proviene da Ximi di Blogghidee, che ha lanciato la proposta "Guest Blogger per un giorno" nel suo piccolo circolino Google Plus al quale mi capita accidentalmente di appartenere.
In buona sostanza, si tratta di scrivere un articolo e regalarlo ad un altro blogger. Niente di complicato e niente che probabilmente avrebbe avuto la necessità di venire spiegato. L'unico paletto è quello di rispettare lo stile del blog ospitante, a livello di contenuti e di tutto ciò che fa contorno.
Oggi è il mio turno di ospitare un collega blogger, al quale cedo volentieri l'incombenza di riempire lo spazio bianco qui sotto. Il mio ospite si chiama Giuliano ed è l'amministratore del blog "Le terre degli antichi dei", uno spazio virtuale dove si respira aria di mondi lontani nel tempo e nello spazio, luoghi popolati da creature credibili e incredibili tra guerrieri, maghi e streghe, luoghi illuminati dai riflessi argentei di due lune. Ma a questo punto direi che non è più il caso di cincischiare e cedo la parola a Giuliano, che si è voluto dilettare in un sano articolo cannibalico!

Il cinema hollywoodiano non si nasconde, quando trova idee per nuovi film, che siano del sol levante, della vecchia Europa o film auto-prodotti ne prende a mani basse. Se ne ciba. Proprio così. Cannibalizza registi e autori, li fagocita per poi metabolizzarne la poetica e, dopo una breve digestione, sforna un bel regalino. Proprio come fanno certi cagnolini e tu stai lì e ti domandi: ma quanto cazzo magna sto microbo? A parte gli scherzi, nella stragrande maggioranza delle operazione il risultato sarà sempre un bel film hollywoodiano, alcuni saranno campioni di incassi, altri flop paurosi, qualcuno addirittura un cult! È uscito nelle nostre sale "The Green Inferno" di Eli Roth, film horror cruento che si rifà più o meno esplicitamente alla “Trilogia dei cannibali” di Ruggero Deodato. Ho preso spunto da "The Green Inferno" e da quel che ho potuto vedere nel trailer per una piccola riflessione (non l'ho ancora visto e non è mia intenzione recensirlo). 
Ok, se non vi siete ancora annoiati, vorrei farvi notare che quando si parla di Deodato, e con lui di Lenzi, Fulci, Bava, Argento, eccetera stiamo parlando di un gruppo di registi attivi, principalmente, tra gli anni 60' e gli anni 80'. Ed ho voluto tralasciare volutamente il grande Sergio Leone (se vi piace il mio post, ne parleremo un'altra volta). Tornando ai primi autori e registi citati si può dire, almeno lo dico io, che 50 anni fa è stato il periodo in cui hanno dato i loro massimi risultati. Certo parliamo di film di genere, produzioni non sempre eccelse, ma stiamo parlando di registi e autori che mettevano inventiva e, soprattutto, osavano. Cito testualmente dalla pagina di wikipedia di Ruggero Deodato: “Cannibal Holocaust, considerato il capolavoro di Deodato nonché uno dei film più scioccanti e violenti della storia del cinema è costato al regista 4 mesi di carcere per le sue uccisioni di animali in diretta. Inoltre vanta di essere il primo film horror ad usare la tecnica del falso documentario anticipando di molti anni film come The Blair Witch Project e Il cameraman e l'assassino.".

Sarà per questo che generazioni di registi e autori di fama mondiale si rifanno spesso e citano ancor di più le nostre vecchie generazioni di registi. Stiamo parlando di Tarantino, Rodriguez, Roth e...facciamo un giochino, vedete se ne trovate altri anche voi ;) Tutto questo per dire cosa? Beh sempre giocando, se andiamo a vedere tra i nostri autori e registi odierni quanti seguono le impronte dei loro predecessori? Non sto parlando di talento. Sto parlando sempre di “inventiva” e di “osare”. Ok non sono un critico, non sono un giornalista e non mi interessa di recensire film. Parlo da spettatore. Da cinefilo. O almeno da una che guarda i film per passare qualche ora non pensando al mondo che gira fuori dalla mia finestra. Perché questo post allora? Perché il cinema ha poco più di un secolo. E da sempre i registi e gli autori si cannibalizzano a vicenda. Più o meno volontariamente. Perché in fondo ogni regista e ogni autore è al tempo stesso spettatore, se un'idea, un'inquadratura, una storia gli piace cercherà di farla sua, di metabolizzarla, di fare altrettanto bene o meglio. Di superare il proprio maestro. Forse il mio sarà un discorso ovvio, forse sì. Ma se il cinema hollywoodiano continua a sfornare remake più o meno espliciti, forse il discorso non è poi così banale!

12 commenti:

  1. Il punto, che ho ribadito in più occasioni, è che i vari Tarantino e Rodriguez mancano proprio della capacità di osare che ha reso grande e irripetibile un certo tipo di cinema. Ma non dico che sia solo colpa loro; sono i nostri tempi, così politically correct, a non offrire più ossigeno a determinate cose. E certi tentativi più o meno espliciti di recupero, non importa quanto raffinati e di stile siano, rimangono comunque delle patacche (imho).

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  2. Ottimo pezzo, bravo. In merito al commento di Ivano non posso che concordare, il politically correct io lo traduco come ipocrisia, l'arte non è e non deve essere politically correct, deve osare.

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  3. corsi e ricorsi.... funziona così anche nella musica, se si pensa che Carlos Santana ha rimusicato un meraviglioso brano di Brahams... non è forse sulla stessa onda?
    Bel post!

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  4. Bravo Giuliano!!! Vai forte come guest :)
    Speriamo che le novita' evitino di riprendere dalla citazione wiki!!!
    Grazie Obsidian per il 'circolino' mi piace un sacco!!! Un salutone a tutti ;)

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  5. Per me è no questo film e tutto il genere. Già quando ho guardato Hostel, nelle scene più cruente giravo canale...

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  6. Grazie per i commenti, mi sono divertito :-) grazie ancora a Obsidian M per l'ospitalità! Ci si legge :-D

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  7. Ringrazio Giuliano per il guest post e i commentatori per gli ottimi spunti di riflessione. Sul tentativo, da parte dei nuovi registi d'oltreoceano, di recuperare ciò che di buono ha fatto il cinema italiano credo si sia già detto molto. Le cose buone si contano sulla punta delle dita di una mano mentre la maggior parte delle cose sarebbe meglio dimenticarle in fretta. Il problema, come suggerisce Ivano, è nel fatto che i tempi sono cambiati. Le esigenze del cinema di questi ultimi vent'anni non si coniugano con i topoi del nostro cinema di genere e, di conseguenza, quello che ne viene fuori è solitamente un brutto ibrido, citazionista al limite del ridicolo.
    P.S.: Non ho visto "Green Inferno" ma mi dicono che dovrebbe avvicinarsi di più a "Cannibal Ferox" di Lenzi, piuttosto che a "Cannibal Holocaust"....

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  8. A me Tarantino e Rodriguez, in maniera molto differente tra loro, piacciono. Probabilmente per la mia ignoranza a monte.
    La sensazione è che non sia imitazione o volontà di superare i predecessori, ma di creare altro, che può piacere o meno. Quando vedo i film di Tarantino, mi pare che ci sia una buona componente di autoironia, non si prende affatto sul serio, non intendo in termini tecnici ovviamente. Sa perfettamente di "maneggiare" materiale altrui e lo fa consapevolmente, apertamente. Penso sia un modo per omaggiare i grandi vecchi registi.
    Con Rodriguez proprio me la rido alla grandissima :P Vedi Machete: quando sono giù di morale, è un toccasana.

    Bon, sparisco... XD

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    1. Non voglio togliere niente a Tarantino e soci. Sanno indubbiamente fare bene il loro lavoro, vale a dire produrre dell'ottimo e sano intrattenimento. I nostro "grandi vecchi" sono però oggettivamente un'altra cosa...

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    2. Concordo su quanto detto: "ottimo e sano intrattenimento"!
      E per il resto, spero col tempo di colmare almeno alcune delle mie gravi lacune :P

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  9. Non sono un fan di Tarantino anche se gli devo riconoscere un paio di cose egregie. Sul cinema italiano che ha perso coraggio e inventiva sono completamente d'accordo. Permettetemi un'autocitazione (un mio post di alcuni mesi fa): http://mondifantastici.blogspot.it/2015/06/anche-quando-si-puo-il-cinema-italiano.html
    Adesso è in altre nazioni che si trova il coraggio di rischiare qualche trovata nuova, da noi si è esaurito da un pezzo... e sì che la miseria dei budget disponibili dovrebbe ovviamente spingere a osare!

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    1. Il cinema italiano è morto e sepolto da un pezzo. Su quali siano poi le cause di questo disastro non saprei, anche se qualche idea ce l'ho. Dispiace solo vedere che paesi a noi prossimi, come la Francia, riescano a essere ancora all'avanguardia....

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