domenica 16 febbraio 2014

Banditi a Milano

I primi giorni di vita di un blog solitamente sono abbastanza semplici da affrontare. Almeno così è stato per me quando ho aperto The Obsidian Mirror, ormai quasi tre anni fa. Si sceglie la grafica e subito dopo si comincia freneticamente a scrivere, a popolare il blog di argomenti più o meno a caso, badando forse più alla quantità che alla qualità, nella consapevolezza che per diversi mesi, probabilmente, nessuno verrà a dare un’occhiata, né tantomeno nessuno verrà ad esaminare con la lente di ingrandimento le sciocchezze che si scrivono. Quando poi i primi lettori cominceranno ad arrivare l’unica cosa che si limiteranno a fare è controllare la data di nascita del blog e il numero di post che sono stati scritti, cercando di capire da questo insignificante dettaglio se vale la pena fermarsi o darsela a gambe.
Obspolitation è diverso. Obsploitation non ha il tempo per i preliminari. Grazie ad un semplice post introduttivo, infatti, ben otto persone là fuori hanno già deciso di diventare lettori fissi del blog, offrendo piena e cieca fiducia a chi scrive. È un inizio che mi riempe di orgoglio e che, volente o nolente, mi mette nella condizione di dover usare fin da subito una “certa logica” negli argomenti che appariranno qui nei prossimi mesi. Ho già detto che il punto di partenza di Obspolitation è il cinema italiano anni Settanta e, visto che ormai l’ho detto, ora non posso che confermarlo. E da dove potrei partire se non dal genere che più di ogni altro ha caratterizzato quegli anni mitici? È del cinema poliziesco all’italiana (conosciuto anche come poliziottesco) che parleremo oggi. E da dove cominciare se non dal film che è stato unanimemente riconosciuto come il vero capostipite del genere? Da “Banditi a Milano” di Carlo Lizzani, ovviamente.

giovedì 6 febbraio 2014

Il mistero Maldoror

È praticamente impossibile iniziare a parlare di cinema Obsploitaion su questo blog senza un piccolo omaggio a Nocturno, sulle cui pagine ho praticamente trascorso una dozzina d’anni della mia vita, leggendo ogni mese, con bramosia infantile, i meravigliosi articoli di Manlio Gomarasca e di Davide Pulici. Ed è proprio grazie a Nocturno che ho (ri)scoperto quell’amore per il cinema cosiddetto “di genere”, o cinema “bis”, così lontano dalle luci hollywoodiane o dal così definito cinema d’autore. Va da sé che un blog come Obsploitation non può prescindere da quelli che sono stati i canali di formazione di chi vi scrive e, quasi d’obbligo, è quindi iniziare da qui. Obspolitation è uno spazio che intende rendere omaggio al cinema e lo farà come è capace di fare, con forse poca competenza ma di sicuro con tanta passione. Il percorso di Obspolitation parte, come ho già scritto nel post introduttivo, gettando uno sguardo al cinema italiano anni Settanta e lo fa oggi partendo da un film… che non esiste: il mitico Maldoror di Alberto Cavallone. Chi sa di cosa parlo, non potrà non sapere anche che quel poco che è disponibile in rete su Maldoror deve la sua esistenza alla rivista Nocturno. Lo stesso Alberto Cavallone (1938-1997), regista e sceneggiatore italiano tra i più discussi, deve la memoria di sé alla rivista che, ormai da diversi anni, porta avanti un discorso di riscoperta del Cavallone uomo e del Cavallone regista.