I primi giorni di vita di un blog solitamente sono abbastanza semplici da affrontare. Almeno così è stato per me quando ho aperto The Obsidian Mirror, ormai quasi tre anni fa. Si sceglie la grafica e subito dopo si comincia freneticamente a scrivere, a popolare il blog di argomenti più o meno a caso, badando forse più alla quantità che alla qualità, nella consapevolezza che per diversi mesi, probabilmente, nessuno verrà a dare un’occhiata, né tantomeno nessuno verrà ad esaminare con la lente di ingrandimento le sciocchezze che si scrivono. Quando poi i primi lettori cominceranno ad arrivare l’unica cosa che si limiteranno a fare è controllare la data di nascita del blog e il numero di post che sono stati scritti, cercando di capire da questo insignificante dettaglio se vale la pena fermarsi o darsela a gambe.
Obspolitation è diverso. Obsploitation non ha il tempo per i preliminari. Grazie ad un semplice post introduttivo, infatti, ben otto persone là fuori hanno già deciso di diventare lettori fissi del blog, offrendo piena e cieca fiducia a chi scrive. È un inizio che mi riempe di orgoglio e che, volente o nolente, mi mette nella condizione di dover usare fin da subito una “certa logica” negli argomenti che appariranno qui nei prossimi mesi. Ho già detto che il punto di partenza di Obspolitation è il cinema italiano anni Settanta e, visto che ormai l’ho detto, ora non posso che confermarlo. E da dove potrei partire se non dal genere che più di ogni altro ha caratterizzato quegli anni mitici? È del cinema poliziesco all’italiana (conosciuto anche come poliziottesco) che parleremo oggi. E da dove cominciare se non dal film che è stato unanimemente riconosciuto come il vero capostipite del genere? Da “Banditi a Milano” di Carlo Lizzani, ovviamente.
Obspolitation è diverso. Obsploitation non ha il tempo per i preliminari. Grazie ad un semplice post introduttivo, infatti, ben otto persone là fuori hanno già deciso di diventare lettori fissi del blog, offrendo piena e cieca fiducia a chi scrive. È un inizio che mi riempe di orgoglio e che, volente o nolente, mi mette nella condizione di dover usare fin da subito una “certa logica” negli argomenti che appariranno qui nei prossimi mesi. Ho già detto che il punto di partenza di Obspolitation è il cinema italiano anni Settanta e, visto che ormai l’ho detto, ora non posso che confermarlo. E da dove potrei partire se non dal genere che più di ogni altro ha caratterizzato quegli anni mitici? È del cinema poliziesco all’italiana (conosciuto anche come poliziottesco) che parleremo oggi. E da dove cominciare se non dal film che è stato unanimemente riconosciuto come il vero capostipite del genere? Da “Banditi a Milano” di Carlo Lizzani, ovviamente.