domenica 28 giugno 2015

Holocaust 2000

Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato. Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago.  Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. 
Qualche settimana fa, mentre il cinema di tutto il mondo piangeva la scomparsa di Christopher Lee, questa valle di lacrime veniva lasciata, quasi in punta di piedi, anche da uno dei più grandi registi che questa piccola Italia mai avuto: il grande Alberto De Martino. Questo blog rende omaggio al Maestro recuperando un post originariamente uscito su Obsidian Mirror, negli anni in cui il nostro blog ammiraglio era poco più di un neonato. Stiamo parlando di Holocaust 2000, naturalmente, un piccolo capolavoro che possiamo sintetizzare come la personalissima visione dell’olocausto da parte si Alberto De Martino. Di quale olocausto stiamo parlando? Ma di quello nucleare, naturalmente.
Alla fine degli anni Settanta (giusto per inserire il tutto in un minimo di contesto storico) il mondo era particolarmente attento al nucleare: la crisi energetica del 1973 aveva portato l’Occidente alla ricerca di nuove fonti di energia alternative al petrolio, come il gas naturale e l'energia atomica, per cercare di limitare l'uso del greggio e quindi anche la dipendenza energetica dai Paesi appartenenti all'Opec. Il concetto di energia atomica non poteva però non richiamare, agli occhi dell’opinione pubblica, l’immagine delle bombe sul Giappone e dei test nucleari compiuti nell’immediato dopoguerra presso l'atollo di Bikini, nelle isole Marshall. È in questo contesto che si inserisce Holocaust 2000 (1977), capostipite di un filone cinematografico anti-nucleare che raggiungerà il suo culmine due anni dopo con il masterpiece Sindrome cinese (The China Syndrome, 1979) di James Bridges, con Jane Fonda, Jack Lemmon e un giovanissimo Michael Douglas. 

Ebbi la fortuna di assistere alla proiezione di Holocaust 2000 da bambino, nel piccolo cinema parrocchiale del mio paese. Ebbene sì, quel diavolo di un parroco aveva una netta predilezione per i film horror, specialmente se vi erano contenuti dei riferimenti anche vagamente biblici, e così mi vidi in sequenza grandi pellicole come L’esorcista (1973), Rosemary’s baby (1968) et similia, mentre i miei genitori erano tranquillamente a casa illudendosi che mi stessi guardando i più raccomandabili Marcellino pane e vino (1955) oppure Herbie il maggiolino tutto matto (1968). Credo che in parte si debba ringraziare quel prete se oggi nel mio blog non si parla di ricette o di collanine (con tutto il rispetto per i sempre utili blog di ricette). Holocaust 2000 quindi non poteva che entrare di diritto nella programmazione di quella sala cinematografica visto che l’idea che c’è alla base del film, ai tempi originalissima, è l’equazione “nucleare uguale Anticristo”.

Erano anni gloriosi, quelli. Nel cinema si osava ancora molto, nulla era banale o standardizzato come oggi. Non ce ne rendevamo conto allora, ma l’eredità che ci avrebbe lasciato il cinema italiano degli anni settanta italiani fu qualcosa di davvero ineguagliabile. Visto adesso con gli occhi smaliziati di un adulto, Holocaust 2000 è un filmetto che fa sorridere, senza molte pretese, girato in fretta, senza soldi e senza particolari mezzi tecnici. Agli occhi di me bambino, tuttavia, lasciò il segno e ne conservo ancora oggi un ricordo inquietante. 
Nelle vesti del protagonista di questo Holocaust 2000 c’era un magnifico Kirk Douglas, affermata star internazionale reduce da successi quali Orizzonti di gloria (1957), pellicola fortemente antimilitarista diretta dal giovane Stanley Kubrick, e il kolossal Spartacus (1960), sempre di Kubrick. Probabilmente Douglas non si ricorderà nemmeno di aver lavorato in questo film di De Martino, pellicola evidentemente minore della sua sterminata carriera. A condividere il set con Kirk Douglas c’erano un inquietante Simon Ward, attore inglese anch'esso recentemente scomparso, e la nostrana Agostina Belli.

La storia raccontata dal film è molto interessante: ne darò un accenno qui di seguito facendo il possibile per non spoilare (cosa che non garantisco): Kirk Douglas, nella parte dell’ambizioso industriale Robert Caine, ha in progetto di costruire una centrale termonucleare in un non meglio identificato paese mediorientale, progetto che naturalmente trova diversi oppositori: dall’opinione pubblica, al governatore dello stato, fino alla stessa moglie di Caine, proprietaria del 75% delle azioni dell’azienda. Inutile dire che, essendoci di mezzo l’Anticristo, tutti quelli che contrasteranno il progetto di Caine finiranno per morire, uno dopo l’altro, in circostanze violente e poco chiare. 
Per inciso, alcune delle morti sono particolarmente gore (almeno lo erano per gli standard degli anni Settanta): una tra tutte la fine del governatore, letteralmente “decervellato” dalle pale di un elicottero. Piccolo inciso: quella è una scena che ha segnato praticamente tutta la mia vita. Non sono mai più stato capace di guardare un elicottero senza che il mio pensiero tornasse anche solo per un attimo a quella scena. Fine inciso.
Sarà con l’aiuto di un sacerdote che Caine troverà diverse analogie tra il suo progetto, rielaborato e tenacemente portato avanti assieme al figlio Angel, e alcuni passi dell’apocalisse in cui viene descritta la Grande Bestia: "Vidi sorgere dal mare una Bestia con dieci corna e sette teste e sulle corna dieci diademi e sulle teste delle scritte blasfeme" (Ap.3-1). Saranno infatti queste, grossomodo, le sembianze della centrale termonucleare di Caine.

Ma non sarà questo l’unico riferimento biblico presente in Holocaust 2000: la riunione del consiglio di amministrazione dell’azienda di Caine, per esempio, richiama alla mente l’ultima cena, con Caine al centro del tavolo ad impersonificare il Cristo.  Ma il grande “coup de théâtre” del regista sarà la rivelazione del significato dell’espressione “due radice quadrata di duecentotrentuno”, una specie di codice di errore che apparirà, senza alcuna ragione apparente, sullo schermo del computer di Caine (uno di quei colossali “proto computer” che da soli occupano un’intera stanza, avete presente?). Ebbene il significato di “due radice quadrata di duecentotrentuno”… Che faccio? Lo dico? Massì, tanto chi non voleva essere spoilato sarà già andato via… si rivelerà solo allo specchio. Provate a scriverlo su un pezzo di carta, mettetevi davanti allo specchio e capirete: ecco a voi il Cristo e l'Anticristo. Tutti i tasselli iniziano ad andare al loro posto: Caine comincerà a fare due più due (cosa che lo spettatore aveva già fatto dopo un minuto) e cercherà di porre un freno al progetto. L’Anticristo non sarà ovviamente altrettanto disponibile a fare lo stesso. Chi, come, quando e perché…. Beh, quello non mi sembra il caso di rivelarlo.

Alberto De Martino non era nuovo a film sull’Anticristo. Solo pochi anni prima, in risposta al successo de L’esorcista (1973), diresse una ispiratissima Carla Gravina nel suo L’anticristo (1974): un piccolo capolavoro, purtroppo poco conosciuto, che non ha nulla da invidiare al suo più famoso ispiratore. Se vi piace il genere e avete modo di recuperarlo, ve lo consiglio caldamente, così come consiglio il film che è oggetto del post odierno. Holocaust 2000 è un film che sente decisamente tutto il peso dei suoi anni. Visto oggi può lasciare un po’ perplessi: molte sono le ingenuità nella sceneggiatura che, se andavano bene 35 anni fa, non potranno che far storcere il naso allo smaliziato spettatore di oggi. Personalmente, come dicevo, ho avuto più di un motivo per recuperarlo e, dopo tanti anni, godermelo nuovamente spaparanzato sul divano è stato un vero un piacere. Qualcosa è ovviamente cambiato rispetto ad allora (e non mi riferisco solo ai popcorn sgranocchiati freneticamente sulle sedie di legno scheggiato del prete), ma piccoli frammenti del passato sono comunque riemersi e ciò, tutto sommato, mi è bastato.

Chiudo questo post con una piccola riflessione sull’accoppiata nucleare-anticristo ispirata da Holocaust 2000. In quegli anni, esattamente nel 1979, uno dei più terribili incidenti nucleari della storia ebbe luogo nei pressi dell'abitato di Harrisburg (Pennsylvania, USA). La centrale di Three Mile Island rilascio radioattività nell'ambiente a seguito dello scarico all'esterno di un eccesso di vapore che aveva saturato il circuito primario. In seguito al surriscaldamento del reattore vi fu una fuga di radionuclidi gassosi quali lo Xeno e vapori di Iodio. Se è vero che, come si dice, l’Anticristo completerà la sua opera distruttiva al compimento del suo 33° anno di età, la domanda è: quanti anni sono trascorsi dall’incidente di Three Mile Island?


8 commenti:

  1. Anch'io sono stato segnato da questo film. Lo vidi alla sua uscita nel 1977 e ne ricordo tutti i momenti cruciali. Si vide che ha una capacità insolita di possedere il giovane spettatore oppure noi due eravamo particolarmente predisposti al genere ;)

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    1. Probabilmente eravamo noi ad essere predisposti, oppure era la nostra giovane età a renderci più ricettivi. O forse un insieme delle sue cose.

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  2. Rimasi colpito all'epoca adolescente proprio da quelle rappresentazioni di mostri dalle sette teste con le centrali.Ora che lo hai rammentato quasi quasi lo rivedrò, ritornando indietro nel tempo.

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    1. Le sette teste, la scritta IESVS e la scena delle pale dell'elicottero non me le sono mai dimenticate. Hanno tormentato le mie notti per no so dirti quanto tempo. Tutto quello che c'è in mezzo lo ricordavo poco ma poi. guardandolo, mi è tornato in mente tutto. Davvero un gran bel film. Assolutamente da recuperare!

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  3. Sembra davvero curioso come film. Questo "misticismo" era tipico del decennio e direi non è stato più rispolverato fino a Dan Brown.

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    1. Sono stati anni nei quali l'anticristo era davvero molto sfruttato. MI vengono in mente decine di titoli, quasi tutti riconducibili ai vari Damien/Omen. Poi naturalmente c'è stato Rosemary's baby, ma quello è tutto un altro pianeta.

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  4. Lo vidi da ragazzo e mi piacque tantissimo, bello bello. Filone sfruttatissimo, come avete fatto notare, ma sempre godibile.

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    1. Quello è stato il periodo d'oro del cinema dell'anticristo. Oggi un tema del genere sarebbe decisamente fuori posto.

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